Partire da soli per un viaggio avventuroso…
Un gesto folle o egoistico?
Un segno di ribellione per dimostrarsi più forti, oppure, nella peggiore delle ipotesi, una banale ricerca di foto per Instagram?
Nel mio caso invece è stata una delle scelte migliori che potessi fare a vent’anni.
Ma scopriamo assieme perché potrebbe essere utile anche a voi.
Quotidianamente siamo sommersi di “consigli” su come dovremmo affrontare la vita. Dall’accontentarsi di un lavoro sicuro anche se non fa per noi, fino all’elenco dei capisaldi della società odierna che ci spingono a lavorare e consumare, consumare e lavorare.
Fin da piccoli – infatti – percepiamo come normalità quella di affiancare la felicità alla ricchezza materiale, tanto per fare un esempio.
Poi però, nella testa di qualcuno scatta una scintilla e nasce la necessità di un’avventura, un viaggio.
Ma è davvero la cosa giusta da fare? Mollare tutto per partire per chissà dove… diciamo magari di corsa, da solo, in direzione Caponord?? (Tanto per fare un esempio a caso!)
Eccovi quindi la mia esperienza condensata in 5 motivazioni:
- Con molta probabilità, soprattutto se è la vostra prima esperienza, potrebbe rivelarsi la più grande opportunità per poter finalmente credere nelle vostre capacità. Non c’è niente di meglio che trovarsi costretti a superare una situazione difficile, in completa solitudine, per imparare ad esprimere al meglio tutte le nostre risorse fisiche e mentali.
- Di solito ci si ritrova alla partenza sempre troppo “carichi”. E non intendo solo con troppa roba nello zaino, ma anche con troppi pensieri, preoccupazioni e preconcetti che derivano dal nostro ritmo quotidiano di vita. Vi assicuro che riuscirete finalmente a limare, giorno dopo giorno, tutto ciò che fa da zavorra al vostro fisico e soprattutto al vostro spirito. Imparerete a lasciarvi alle spalle oggetti e pensieri superflui! In pratica sarete costretti a ricreare la lista delle priorità della vostra vita.
- Imparerete a vivere ogni giorno con intensità. Proprio così. Sembra banale, ma non possiamo negare che tutti noi, ogni giorno, siamo rapiti dalla frenesia della società e spesso non riusciamo a godere delle cose più semplici ed essenziali. La solitudine e le privazioni dei beni materiali, andranno a intensificare la vostra sensibilità portando a galla anche sentimenti difficili da gestire, ma che probabilmente avevano bisogno di tornare a galla. Un esempio pratico? Personalmente, dopo aver attraversato la Lapponia svedese da solo, di corsa, mi sono messo a piangere per un pacco di biscotti offertomi da una signora dopo 14 giorni che non vedevo anima viva. E vi assicuro che emozionarmi davanti ad un’anziana signora con dei biscotti in mano non era tra le mie aspettative di viaggio.
- Al vostro rientro avrete sicuramente delle maggiori capacità da utilizzare per aiutare chi vi circonda. Partendo dai vostri cari che avete lasciato al momento della partenza, fino ad aiutare uno sconosciuto in difficoltà. Sarete sicuramente più sensibili e più propensi ad aiutare il prossimo. Soprattutto grazie alle difficoltà che avrete affrontato durante il viaggio. Perciò riconsidererete che la vostra partenza sia stata unicamente una scelta egoistica.
- Scoprirete che per quanti racconti abbiate ascoltato prima di partire, il vostro viaggio risulterà UNICO ed irripetibile… proprio come vi renderete conto di esserlo voi e, soprattutto, come lo sarà la vostra vita d’ora in avanti.
Non mi resta che augurarvi buona vita e, chissà… magari anche buona avventura!
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Ciao Andrea io sono un 56enne malato delle camminate veloci , in 5 mesi ho percorso 2500 km ad una media di 5,28 km orari , nel solo mese di gennaio ho percorso circa 780 km ,con una media in base ai giorni di allenamentonto di 33,7 km al giorno.Sono un avventurierio fin già da quando ero piccolo, sono un ex cacciatore , a volte percorrevo in un giorno anche 80 km su terreno ciottoloso , lungo il torrente orco , nella vita ho percorso vivendo in pieno i miei hobby centinaia di miliaia di km.Nevli ultimi tre anni mi sto appassionando sempre di più a sport dove occorre sviluppare resilienza alla fatica portata agli estremi , mi piacerebbe conoscere nei particolari , co.e ci si possa allenare a compiere all’impresa da te effettuata , quella che ti ha portato a CapoNord.Mi chiamo Gana Massimiliano , ti lascio la mia mail , mi piacerebbe appunto poter scambiare con te , se hai piacere e tempo per poterlo fare , scambi di idee , vorrei capire parlando con te , se sarei in grado di compiere ciò che per te era diventato il tarlo fisso.Cordiali saluti. marasmius129@gmail.com