Spesso parte dell’impegno che investo nelle scuole per la formazione dei giovani viene smorzato da un cuscinetto di indifferenza che i ragazzi d’oggi sembrano portarsi sempre appresso.
Quell’approccio positivo che mi caratterizza ma che vedo in parte tornarmi indietro, come rimbalzato da una sorta di scudo innalzato da questi ragazzi, mi ha portato a riflettere in maniera costruttiva sul futuro delle nuove generazioni.
Rimango periodicamente carico di rammarico quando, dopo gli interventi, noto la mancanza della voglia di “fare la rivoluzione”, che, invece, dovrebbe essere tipica della gioventù!
Se anche voi, come me, da ragazzini sentivate il desiderio di superare e in qualche modo sovvertire la generazione precedente (nel senso della volontà di costruire una propria identità, non fraintendetemi!), allora capite bene a che tipo di “spinta” mi riferisco.
Tralasciando tutti i problemi riguardo i disturbi dell’attenzione e di stimoli che oggigiorno i ragazzi devono affrontare, facendo slalom tra i social network e influencer vari, i miei pensieri convergono definitivamente sul fatto che in qualche modo si sentano appagati della loro situazione all’interno della realtà sociale.
Vedo molti ragazzi immersi in una situazione di comfort tale da non permettergli di sviluppare uno spirito di sacrificio, di adattabilità, che si rivelerà invece fondamentale per affrontare la vita nel loro futuro.
Ad ogni modo continuo ad impegnarmi, per cercare di alimentare quella piccola parte di loro che ogni volta trova il coraggio di avvicinarsi, alla fine del mio monologo, ed esprimere la loro gratitudine e la voglia di conquista di una identità propria.
Questi atteggiamenti mi conferiscono la speranza di un riscatto per riappropriarsi del loro spazio in testa alla carovana del mondo moderno!